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Biscotti di avena per la colazione

Ogni tanto capita di voler cambiare qualcosa nella propria alimentazione perché sentiamo che alcuni alimenti non ci fanno sentire molto bene. Per me in questo periodo è il caso della farina e di tutti gli alimenti che contengono glutine. Nonostante sia una grande amante di pasta, pane, pizza, dolci ecc, ho deciso di limitare un po’ queste delizie (sigh!) e quindi ho iniziato a cercare qualche ricetta gluten-free. Per prima cosa allora ho chiesto alla mia amica Francesca che ha un blog di cucina vegana e che spesso prepara dei piatti senza glutine. Mi ha consigliato una ricetta per fare dei biscotti da colazione, i “Biscotti della salute” che io ho leggermente modificato (è più forte di me, non riesco a seguire una ricetta alla lettera!!!).
La riporto qua sotto, è velocissima e facile 😛
Biscotti di avena per la colazione

INGREDIENTI
(per circa 12 biscotti)
– 50 gr di fiocchi di avena;
– 50 gr farina di mais fioretto;
– 30 gr di farina di riso;
– 30 gr di farina di tapioca;
– 2 cucchiai colmi di farina di cocco;
– 40 gr di olio di girasole deodorato;
– 80 gr di malto di riso;
– succo e scorza di mezzo limone;
– 4 cucchiai di latte vegetale (o un po’ di più se l’impasto è troppo sodo);
– 1 cucchiaino di lievito vanigliato per dolci;
– 12 lamponi.

PROCEDIMENTO
Mischiamo prima gli ingredienti secchi e poi quelli liquidi. Infine aggiungiamo i lamponi e giriamo energicamente in modo che si spezzettino un po’.
Aiutandoci con un cucchiaio distribuiamo il composto su una placca foderata di carta forno mantenendo un po’ di distanza tra un biscotto e l’altro.  Inforniamo a 180 gradi per 15 minuti.

Siccome mi piacciono i biscotti un po’ più morbidi li ho cotti solo 15 minuti.  Se vi piacciono più croccanti lasciateli in forno 5 minuti in più. Inoltre per la prossima volta ho pensato di cospargerli con dello zucchero di canna per renderli un po’ più dolci

Ciambelle (fritte)

Ciao a tutti,
lo so che Carnevale è passato, ma vivo un po’ a scoppio ritardato 🙂 In realtà è stato mio figlio che mi ha chiesto se sapevo fare le ciambelline ed io ovviamente ho risposto “Come no!”.
In realtà non le avevo mai fatte e quindi mi sono messa alla ricerca. Per questa ricetta mi sono ispirata ad una ricetta tradizionale (trovata su Giallo Zafferano) ed ho sostituito gli ingredienti animali con quelli vegetali. Il risultato è stato apprezzato, sia da Elia che dagli amici che hanno fatto da cavia 😛
Ecco quindi di seguito la ricetta.

Ciambelline

Ingredienti
Lievitino
130 gr farina 00 o 0
120 gr latte di soia tiepido
10 gr di lievito di birra fresco

Secondo impasto
400 gr farina manitoba
250 gr di patate pulite a tocchetti
165 gr latte di soia
100 grammi burro vegetale
60 gr zucchero di canna chiaro e tritato finemente
scorza grattuggiata di un limone
aroma di vaniglia (facoltativo)
un pizzico di sale
1 manciata di farina extra
olio di arachidi
zucchero semolato o di canna

Procedimento
Prepariamo il lievitino facendo sciogliere il lievito nel latte tiepido. Aggoungiamolo alla farina e mischiamo bene. Lasciamo lievitare per almeno un’ora. Intanto lessiamo le patate e quando sono morbide passiamole al passaverdure (buchi piccoli)
Trascorso questo tempo prepariamo il secondo impasto. Mettiamo la farina manitoba nell’impastatrice (o in una ciotola se lo facciamo a mano), aggiungiamo il burro a temperatura ambiente, le patate schiacciate, il latte, il sale, lo zucchero e gli aromi. Impastiamo bene. L’impasto sarà un po’ appiccicoso. Per questo utilizzeremo la farina in più per staccare l’impasto dal contenitore dell’impastatrice e poter lavorare un po’ con le mani su un tavolo. Quando avremo ottenuto una bella palla liscia e morbida rimettiamo a lievitare per 2 ore.
Trascorso questo tempo versiamo l’impasto su una spianatoia o sul tavolo cosparso bene di farina e stendiamo con le mani fino ad avere uno strato di circa 1,5 cm. Con un bicchiere coppiamo la pasta e formiamo tanti cerchi. Con le dita poi formiamo un buco centrale e mettiamo le ciambelline a riposare su una teglia coperta di carta forno e un po’ di farina. Far lievitare le ciabelline un’oretta circa. A quel punto mettiamo sul fuoco l’olio per friggere e quando è ben caldo immergiamoci le ciambelle un po’ per volta. Giriamole più volte affinch si cuociano da entrambi i lati e quando sono nelle dorate mettiamole su un piatto coperto di carta assorbente. Cospargiamo con zucchero di canna (o semolato se vogliamo farci più male!) e serviamo tiepide.

P.s (con l’impasto avanzato, quello che risulta dopo aver copiato la pasta, ci abbiamo fatto una treccia (in realtà è stata Perla, la figlia della mia amica Betty che ha intrecciato 🙂 ) che poi abbiamo infornato.  In questo modo abbiamo visto che la ricetta potrebbe essere usata anche per fare dei panini o brioches morbide per la colazione. Per essere ancora più (perché l’impasto non è molto dolce) ci abbiamo spalmato sopra il dulce de leche de coco…non vi dico… 😛 )

Ravioli al cacao ripieni di zucca gialla e patate

Ravioli al cacao ripieni di zucca gialla e patate con noci e olio alla curcuma (ho riscritto il nome della ricetta qui perché secondo Google è troppo lungo :P)

Ciao a tutti! Lo so che è da un po’ di tempo che mi sentite silenziosa. Non è che non sto cucinando, ma sono stata lontana dal computer e gestire il blog da iPad o iPhone non è così agevole. Oggi però voglio condividere con voi una ricetta che preparerò domani per degli amici che verranno a mangiare da me. E’ una ricetta ancora un po’ invernale, e la preparerò proprio per salutare questa stagione che sta, con un certo anticipo, lasciando spazio alla primavera, che ci donerà un tripudio di colori e sapori!

INGREDIENTI (x 5 o 6 persone)
Per la pasta
300 gr di semola di grano duro;
30 gr di cacao;
165 gr di acqua;
1 pizzico di sale.
Per il ripieno
700 gr di zucca gialla pulita;
350 gr di patate pulite;
1 cucchiaio di farina di castagne;
2 cucchiai di lievito alimentare;
1 cucchiaino di farina di lino;
noce moscata, cannella;
mezzo cucchiaino di curcuma;
un bel pizzico di salvia e rosmarino essiccati tritati;
sale.
Per il condimento
burro vegetale bio;
olio extravergine di oliva
salvia fresca;
noci leggermente tostate e spezzettate
olio alla curcuma
peperoncino secco.

PROCEDIMENTO
Per prima cosa impastiamo gli ingredienti per fare la pasta. Creiamo una palla liscia e mettiamo a riposare avvolta in pellicola trasparente.
Per il ripieno mettiamo la zucca già pulita e tagliata a fettine in una teglia da forno e inforniamo fino a quando non è morbida (circa 30 minuti a 200 gradi). Lessiamo le patate a cubetti. Quando le verdure sono cotte passiamole al passa verdure ed aggiungiamo gli altri ingredienti per il ripieno (sulla quantità di cannella regolatevi in base al vostro gusto).
Stendiamo la pasta in strisce sottili (penultima tacca della stendipasta) larghe circa 10 cm. Mettiamo un po’ di composto di zucca nella parte inferiore della sfoglia (lasciando però circa 1 centimetro e mezzo dal bordo) e distanziamo il ripieno di ogni singolo raviolo di circa 5 cm. Bagniamo il lato inferiore della sfoglia, ripieghiamola dall’alto verso il basso e cerchiamo di far uscire l’aria (si formeranno delle bolle). Tagliamo con la rotella per la pasta e formiamo i ravioli. Lessiamoli in abbondante acqua salata e intanto prepariamo il condimento di burro, salvia e noci e olio evo. Saltiamo nella padella i ravioli quando saranno pronti e serviamo con un rametto di timo fresco, olio aromatizzato alla curcuma e poco peperoncino essiccato.

Incontri Quasiliberi

Mi sono accorta solo ora che non avevo ancora pubblicato qui sul blog il mio secondo video al Konnubio, quindi rimedio subito 🙂
E’ stato molto bello incontrare una grande chef come Beatrice Segoni e soprattutto è stato delizioso assaggiare i suoi piatti.
Konnubio6Credo fermamente che i ristoranti “ibridi” abbiano una marcia in più rispetto a quelli che si limitano ad un menu standard. Un ristoratore che decide di inserire dei piatti 100% vegetali nella propria lista secondo me non fa solo una scelta di marketing, ma anche di rispetto per i propri clienti,  dimostrando di avere a cuore le esigenze di ogni persona che varca la porta del locale.
Se da una parte è funzionale la specializzazione in uno specifico ambito culinario, come per empio quello vegan, riferendosi ad un target ben definito, dall’altra chi vuole proporsi al pubblico più vasto deve tenere conto delle necessità e preferenze dei clienti e quindi non tralasciare questo importante settore dell’alimentazione.

Qui di seguito qualche foto del backstage.
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E’ tardi per il panettone?

Lo so…è già tardi per pubblicare una ricetta del panettone, ma siccome sono arrivata solo adesso ad un risultato che mi soddisfa, la condivido ora. Male male lo farete il prossimo anno 🙂

Panettone tagliato(Panettone basso tagliato…e  mangiato!)

Confesso che la ricetta è un po’ lunghetta e che è quasi d’obbligo avere l’impastatrice. Però se la cosa non vi spaventa devo dire che quando ci si prende la mano non è poi così complicato.
Quindi ecco la mia ricetta per un panettone casalingo e tutto vegetale.

INGREDIENTI
Per il primo impasto:
100 g di farina Manitoba bio
100 ml di latte di soia (io ho usato Alpro che è leggermente dolce)
5 g di zucchero di canna integrale
6 g di lievito di birra fresco

Per il secondo impasto:
150 g di farina tipo 2 bio (ho provato con la 00 ma l’impasto è venuto più umido)
250 gr farina manitoba bio
200 gr di zucchero di canna chiaro
2 g di lecitina di soia
Scorza di un’arancia non trattata
145 ml di latte di soia tiepido
10 g di lievito di birra fresco
120 gr burro vegetale possibilmente bio
1/2 cucchiaino di curcuma

Per il terzo impasto
100 gr farina manitoba bio
1 pizzico di sale
120 g di uvetta sultanina (ammollata e infarinata)
100 gr mirtilli essiccati (ammollati e infarinati) oppure canditi a pezzetti, oppure altri 100 gr di uvetta.

PROCEDIMENTO
Innanzi tutto prepariamo il primo impasto, il cosiddetto “lievitino”. Sciogliere 6 g di lievito di birra fresco nel latte di soia tiepido, addolcito con 5 gr di zucchero di canna. Con un cucchiaio, mescolare il mix di lievito e latte con la farina manitoba fino ad ottenere una pastella; coprire la ciotola con pellicola trasparente e lasciar lievitare per un’ora in un ambiente tiepido e riparato da correnti d’aria. Io l’ho messo in forno con il programma lievitazione (35 gradi ma secondo me saranno stati al massimo 30). Se non lo avete potete metterlo in forno con la luce accesa.

12390991_1638156393104779_1809091932017589265_n(Lievitino già lievitato)

Mentre il primo impasto lievita portiamoci avanti con il secondo impasto preparando lo zucchero. Frulliamo lo zucchero di canna integrale con la lecitina di soia e la scorza di arancia.
Quando il primo impasto è lievitato, sciogliamo il lievito di birra nel latte di soia tiepido. Mettiamo il primo impasto nella ciotola dell’impastatrice. Aggiungiamo lo zucchero di canna tritato aromatizzato, il lievito disciolto, la farina di tipo 2, la curcuma e il burro vegetale a temperatura ambiente. Impastiamo per qualche minuto e poi aggiungiamo, poca per volta, la farina Manitoba. Impastare alcuni minuti (almeno 10) fino a che l’impasto risulterà omogeneo e molto appiccicoso. Copriamo la ciotola con un foglio di pellicola trasparente e lasciamo lievitare per tutta la notte (12 ore circa) sempre nel forno in modalità lievitazione.

12390876_1638279109759174_2014973271639530075_n(Secondo impasto lievitato)

La mattina seguente facciamo il terzo impasto. Mettiamo in ammollo l’uvetta e i mirtilli essiccati in acqua tiepida per dieci minuti (volendo si possono ammollare nel vin santo). Rimettiamo la ciotola dell’impasto sotto l’impastatrice ed uniamo gli ultimi 100 gr di farina e un pizzico di sale. Facciamo lavorare per circa 10 minuti. Quando la farina sarà incorporata uniamo la frutta secca strizzata dall’acqua di ammollo e successivamente infarinata.

12391825_1634662150120870_338392237559338798_n(Terzo impasto)

Lasciamo che l’impastatrice lavori qualche minuto tutti gli ingredienti. Poi rovesciamo la pasta sulla spianatoia infarinata.

Impasto Panettone

La pasta a questo punto sarà morbida ma non appiccicosa. Allunghiamola due o tre volte e ogni volta chiudiamola a libro per dare delle pieghe. Alla fine dobbiamo formare una palla (se cercate su youtube trovate dei video sulla cosiddetta “pirlatura” che è il metodo con cui si fa questa palla) e riporla nello stampo da panettone, quello di carta. Io ho usato sia lo stampo alto che quello basso. Forse con quello basso il risultato (lo vedete nella foto di copertina) è più sicuro quindi per la prima volta vi consiglio quello.

Nello stampo    10368479_1638279126425839_3049961968222775880_n(Nello stampo alto e nello stampo basso)

Lasciamo lievitare, sempre dentro il forno con la lucina accesa, per circa tre ore o fin a quando l’impasto arriva fino al bordo dello stampo.

12345461_1634661946787557_3330471996502685084_n   12321305_1634661880120897_2396975254623251998_n   12360024_1634661846787567_8389576763006962701_n(Fasi della lievitazione)

Quando è bello gonfio togliamo il panettone dal forno e preriscaldiamo a 200°C. Intanto spennelliamo delicatamente con poco latte di soia la superficie. La tipica croce del panettone l’ho fatta solo una volta ma devo dire che ho preferito le versioni in cui non l’avevo fatta. Sperimentate e fatemi sapere come vi trovate meglio.
5 minuti prima di infornare abbassiamo a 180 gradi. Spennelliamo la superficie con un po’ di latte di soia e cuociamo il panettone prima per 10 minuti, poi abbassiamo la temperatura a 170°C e proseguiamo per altri 40 minuti. In totale deve cuocere 50 minuti.
Il mio panettone ha cotto bene mettendolo nel ripiano medio del forno. Sulla parte più bassa non mi si è cotto. Anche qui dovete vedere voi come si comporta il vostro forno. Verso la fine della cottura se vedete che diventa troppo scuro potete coprirlo con della carta forno.

12376427_1637281376525614_7768900143988160422_n(Panettone alto appena sfornato)

Se abbiamo un termometro per misurare gli alimenti possiamo usarlo per capire se il panettone è cotto: la temperatura deve essere 92-93 gradi (io non l’ho usato però). Trascorso il tempo di cottura togliamo il panettone dal forno e lasciamolo intiepidire a testa in giù, mettendo dei ferri da calza o degli spiedini lunghi alla base del panettone. Mettiamolo così infilzato appeso dentro una pentola o un grosso scolapaste (quello dell’IKEA) come ho fatto io…metto la foto perché non è facile spiegarlo a parole 🙂

12342355_1634661776787574_6934762427286149420_n(Panettone infilzato per farlo raffreddare)

Quando è freddo si può mangiare, volendo accompagnandolo con della crema all’arancia, dei fiocchetti di cioccolato, della panna vegetale, con una bagna di vin santo e liquore all’arancia oppure semplice, come vuole la tradizione .

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Sul cambiamento climatico

In questi giorni si sta parlando molto di cambiamento climatico e riscaldamento globale. L’esito della Cop21, la conferenza annuale che si svolge nell’ambito della Convenzione quadro dell’ONU sui cambiamenti climatici, è stato registrato come un successo di portata storica perché anche i paesi industrializzati, in primis gli US, ma anche Cina e India, hanno accettato dei limiti alle ammissioni di gas serra.
cop 21
I potenti della Terra quindi sono riusciti, dopo anni di tentativi falliti, a trovare un “accordo” sui limiti che, pare, non dobbiamo superare al fine di arrestare il riscaldamento globale (resta il fatto che le previsioni, come le previsioni del tempo per esempio, hanno anche molte probabilità di non realizzarsi in quanto non è possibile prendere in esame tutte la variabili in gioco).
Personalmente sono contenta di questo accordo, se non altro perché c’è stata una presa di coscienza sostanzialmente unanime del fatto che il problema esiste, e questo, sappiamo, è il primo passo per risolvere qualsiasi problema.
Quello che penso però è che c’è una cosa che tutti, anche noi, i “piccoli” della Terra, possiamo fare per dare il nostro contributo e non delegare a chi dirige la barca il compito di decidere sul destino del pianeta. Possiamo iniziare per esempio dedicando un minuto e mezzo a questo video, e continuare riducendo drasticamente, se non siamo in grado di eliminare, il nostro consumo di cibi animali.

Mangiare vegetale fa bene al pianeta, agli animali e alle altre persone.  La Terra è l’unico posto in cui possiamo vivere, non la feriamo ulteriormente. Ieri ho visto il  breve video che posto qui sotto e mi ha emozionato, vedendo la bellezza del nostro pianeta dove vivono esseri così diversi ed affascinati. Mi ha emozionato soprattutto perché lo guardavo con mio figlio di 6 anni e cercavo di fargli capire che tutta questa bellezza potrebbe sparire, e di fatto sta sparendo, se solo non iniziamo a prenderci la responsabilità delle nostre azioni. Ho letto una bella frase che secondo me sintetizza bene la condizione in cui ci troviamo e la voglio condividere con voi.

“You either have to be part of the solution, or you’re going to be part of the problem”.
Eldridge Cleaver – 1968

Tradotto all’incirca recita “O decidi di fare parte della soluzione, oppure sarai parte del problema”.
Facciamo quindi in modo di dedicare più tempo della nostra vita applicandoci per contribuire alla soluzione, invece di continuare a fare parte del problema.